ANTWOOD, Sponsored Content
Secondo album del canadese Tristan Douglas, in collaborazione con Paulin Rogues e il suo gruppo artistico UNICORN, fondamentale per la definizione visiva del progetto Sponsored Content nella forma grafica/digitale. Un lavoro critico strutturato attorno al concetto della pubblicità, in particolar modo sulle inserzioni che in maniera mirata si insinuano nei nostri account Internet. Già fruitore dei video cosiddetti A.S.M.R. (Autonomous Sensory Meridian Response, un neologismo che tenta di catalogare le sensazioni di formicolio al cuoio capelluto) dai quali Douglas estrapolava tracce sonore per costruire la sua musica e anch’essi sfruttati dalla promozione a fini commerciali (l’artista ne denuncia la presenza su YouTube), Antwood critica e al contempo utilizza la sua esperienza con la pubblicità. Queste nuove dodici tracce sono costruite in buona parte da esplosioni e colpi d’arma da fuoco, urla e dialoghi, slogan e suoni del computer. Intermissioni sonore con precisi richiami iconici, interpolate con gli strumenti dell’elettronica contemporanea tipici della UK Bass, grandi aperture melodiche e semplici accordi che introducono veloci variazioni ritmiche, con un larghissimo ventaglio di influenze che spaziano dalle colonne sonore ambient all’esperienza musicale (e culturale) della Sonic Warfare postulata da Steve Goodman/Kode9. A detta dello stesso artista, questo disco ha in sé una chiara componente umoristica, tesa a non voler prendere troppo sul serio l’argomento di discussione. A rimarcare questo aspetto, i riferimenti vocali a Facebook e McDonald’s e i continui richiami a generi e opere musicali del passato (Vangelis su tutti) e del presente (la musica trap). Il risultato finale è quindi incerto, a metà strada tra una presa in giro e il serio tentativo di raccontare una storia personale e universale qual è la nostra subordinazione alla pubblicità nel mondo dei social network. Comunque affascinante, soprattutto grazie al lavoro di contorno del collettivo UNICORN, capace di produrre immagini disturbanti al limite dello stucchevole e quindi in linea perfetta con l’umore della musica di Antwood. Vale la pena, in tal senso, dare un’occhiata allo stranissimo video tratto dal brano “Don’t Go”, nel quale figure umane nude digitalizzate svolazzano all’interno di un centro commerciale tra scale mobili e insegne luminose. Sponsored Content è anche per questo motivo un progetto studiato e costruito sul confine dell’installazione artistica, un disco di non-musica stranamente riuscito e coerente.