ANOPHELI, The Ache Of Want
Ci siamo già occupati degli Anopheli in occasione del loro debutto A Hunger Rarely Sated, un lavoro in grado di convincere e che ci lasciava curiosi di scoprire se il progetto avrebbe avuto un seguito e saputo confermare le proprie potenzialità, pur nella sua ben definita scelta di genere. Perché gli Anopheli sono nati con il chiaro intento di rendere omaggio e offrire un proprio personale tributo alla scena emo e neo-crust di inizio millennio, a band come His Hero Is Gone, Remains Of The Day, Ekkaia e compagnia bella. Il tutto sotto la luce del sole, così come lo è la passione per gli archi e il suono del violoncello che conferisce un retrogusto malinconico al tutto e aumenta la portata emotiva delle composizioni, in un continuo crescendo in cui il pathos diventa il traguardo della scrittura. Nati dall’incontro tra Alex (in azione di recente anche con gli Archivist) e musicisti di Oakland (California) durante un suo viaggio negli States, gli Anopheli affondano le proprie radici nella voglia di riprodurre oggi le emozioni che certe musiche hanno procurato loro nell’attimo irripetibile in cui diventavano fotografia di un momento cruciale della vita e si legavano indissolubilmente al suo ricordo. Potremmo, per questo, definire The Ache Of Want un disco ipnagogico, seppure legato ad un’epoca e a suoni del tutto distanti da quelli solitamente collegati a questo termine, eppure identica è la volontà di ricreare un’immagine ben precisa e costruire il miraggio di una sensazione passata. La cura con cui la formazione costruisce i crescendo, l’alternarsi di momenti malinconici/sognanti e le sfuriate rabbiose figlie del crust, la capacità di omaggiare un linguaggio ben preciso senza diventare mero plagio e l’apporto fondamentale degli archi, tutto fa della seconda prova degli Anopheli un centro perfetto, seppure probabilmente limitato a chi certe sonorità ha amato o vuole riscoprire, laddove i ricercatori di novità faranno meglio a rivolgere il proprio interesse altrove. Dal punto di vista dei testi, infine, Alex riprende un suo scritto, un’idea per una sceneggiatura di un cortometraggio che ora diventa dialogo tra un uomo ed un’entità ancora non consapevole della sua esistenza e pertanto curiosa di capire cosa sia la vita, questo procedere in forma colloquiale con botta e risposta aggiunge un tocco particolare al tutto e ribadisce, ce ne fosse bisogno, l’incredibile versatilità e capacità affabulatoria del suo creatore. The Ache Of Want uscirà a breve su Alerta Antifascista in vinile, ma al solito è possibile ascoltarlo in anteprima sul Bandcamp degli Anopheli.