ANNE-JAMES CHATON / ANDY MOOR / THURSTON MOORE, Heretics
Heretics è un progetto multimediale incentrato su figure che, come si può facilmente evincere dal titolo, con il loro pensiero e le loro opere hanno deviato dal comune modo di sentire: il marchese De Sade, T.S. Eliot, Dylan Thomas ed Ezra Pound (ma anche gli italiani Ungaretti, Marinetti, Adriano Spatola e Patrizia Vicinelli) sono fra i personaggi che fanno capolino in questa singolare carrellata di biografie eterodosse. Su tutto incombe il nume tutelare di William Burroughs, chiara ed esplicita fonte d’ispirazione con i suoi cut-up ed egli stesso personalità fuori dagli schemi.
Anne-James Chaton è, per sua stessa autodefinizione, uno “scrittore sonoro”: costruttore di architetture verbali a-narrative, il francese attribuisce alla parola una funzione ritmica, astraendola dal significato. Andy Moor ha iniziato la propria carriera musicale nel gruppo anarco-punk di Edimburgo Dog Faced Hermans; all’inizio degli anni Novanta si trasferisce in Olanda per suonare coi The Ex, nei quali milita tuttora. Il sodalizio artistico fra Moor e Chaton risale quindi al 2004, quando lo scrittore collabora coi The Ex ad un cd intitolato “In The Event – Événements N°19”; cinque anni più tardi è la volta di “Le Journaliste”, a firma Chaton-Moor e, nel 2012 di un libro più disco pubblicato da raster-noton in cui alla parola di Chaton e alla chitarra di Moor si sposano le elettroniche di Alva Noto.
In Heretics all’ormai collaudato duo s’aggiunge Thurston Moore (che non ha certo bisogno di presentazioni), spirito affine, chitarristicamente parlando, a quello di Moor, per sonorità e tecniche anticonvenzionali (sarebbe il caso di dire eretiche): entrambi molestatori della sei corde, tutti e due dediti all’abuso di dissonanze. Il progetto nasce da una residenza artistica a Saint Nazaire nella Loira e sfocia in una performance tenuta in loco dai tre, della cui preparazione è testimonianza il dvd realizzato da Benoît Bourreau, molto interessante, in cui è impossibile non rilevare l’importanza di Chaton nell’operazione. Personalità forte e determinata, lo scrittore francese indirizza in maniera precisa i due chitarristi verso una propria chiara idea di prodotto finale; Moore, che appare stralunato proprio come uno se lo immagina, oltre al proprio inconfondibile stile chitarristico presta anche la voce, mescolata allo sferragliare post-punk di “Dull Jack” o immersa nella selva di armonici velenosi di “Le Songe De Ludwig”. La chitarra di Andy Moor, invece, alterna il latrato allo strumming nervoso.
Questo lavoro esce nel quarantennale del punk e in qualche maniera sembra volerne – forse involontariamente – essere un aggiornamento in chiave matura e colta, celebrandone i fasti nella maniera meno scontata e più stuzzicante possibile, legando a sonorità urticanti il richiamo a percorsi di vita alternativi e spesso provocatori, storie non raccontate di punk ante litteram potremmo dire: la traccia conclusiva, “Concoctions”, è proprio un collage fra la poetica frammentaria di Chaton e pezzi di storia del punk (fra le citazioni Damned, Descendents, Fear, Minutemen, X, Richard Hell).
Uscito per Unsounds, Heretics, oltre al cd, al dvd con il making of, al libro con i testi, include come significativo omaggio un bel fiammiferone, forse un’allusione al fatto che gli eretici un tempo venivano arsi vivi o forse – chissà? – un’esortazione a trasformarci noi stessi in pericolosi incendiari.