ANKUBU, [ AW0116_A ] + full album stream
Abbiamo già parlato di Marco Zanella quando abbiamo recensito John, The Void, band postmetal all’interno della quale si occupa della voce e delle parti elettroniche. Ankubu è uno dei nomi che utilizza quando lavora da solo, sempre in ambito elettronico. È inoltre parte e fondatore del Ghost City Collective (attivo a Pordenone, la sua città), che pubblica in combutta con la Stay di Xennan questo [ AW0116_A ], un album molto più astratto e atmosferico rispetto al passato.
[ AW0116_A ] è una possibile rappresentazione del classico dualismo uomo/macchina: qui forse si vede la seconda acquistare un ulteriore grado di autoconsapevolezza oppure, al contrario, a non riuscire a gestire l’elemento emotivo, come suggerisce la press release. Questo si traduce in un suono digitale ma disturbato, imperfetto ma robotico, non direi glitch ma più vicino al lavoro di artisti come Tim Hecker, Kara-Lis Coverdale e David Sutton (aka LXV), anche per la presenza di voci impalpabili, che forse esistono, forse sono una nostra allucinazione (o magari del computer). Del resto, più che a un album inquietante, come lascia intendere la cartella stampa, io mi trovo proprio a pensare a qualcosa di indefinito e vago, una terra di nessuno che non è la nostra realtà, ma si trova per certo in comunicazione con essa, il che lascia appunto immaginare o una coscienza debole (nel classico limbo tra veglia e sonno di molto ambient) o – chissà? – una debole presa di coscienza da parte di un essere artificiale. Scherzi alla nostra percezione, insomma, fatti trasfigurando e assemblando una varietà di campionamenti.
Molto moderno e godibile, avanti così.