ANGELI, Voglio Di Più
Gli Angeli avevano le radici affondate saldamente nella scena hardcore italiana e un pedigree di tutto rispetto, capace di affiancare nomi da far tremare i polsi, tra 5° Braccio, Negazione, Declino, Indigesti, Fluxus, Stinky Rats, Persiana Jones, Mgz, Esterno Uovo. Attivi per quattro anni dal 1996 al 1999, vedevano infatti all’opera tre musicisti che da pionieri di quella epopea si erano poi dedicati a nuove esplorazioni e contaminazioni prima di tornare ad un suono più diretto e in qualche modo definibile come hardcore, seppure in un’accezione differente e figlia di tempi in cui l’energia iniziale veniva utilizzata per dare vita ad un suono meticcio meno urticante e se si vuole più vicino al rock.
Roberto Tax Farano, Massimino Ferrusi e il nuovo entrato Marco Conti, dopo un primo disco cantato prevalentemente in inglese, decidono per il secondo lavoro di utilizzare la lingua italiana e realizzano un album che vede oggi la sua prima stampa in vinile grazie ad Area Pirata. Riascoltato oggi, Voglio Di Più – registrato come il precedente ai francesi Black Box Studio e prodotto da Iain Burgess (Big Black, Ministry, Cows, Pegboy, Jawbox, Naked Raygun…) – produce un doppio effetto: se da una parte a livello di sonorità e testi risulta legato al suo tempo con tutti i pro e i contro che questo può portare con sé ad un ascolto postumo, dall’altro mantiene comunque tutto il suo carico di energia e i brani non faticano a farsi strada anche in chi vi si avvicini oggi per la prima volta. A parte un paio di cali di tensione, infatti, riesce davvero difficile non farsi prendere dall’energia contagiosa dei tre e dai loro anthem che vanno a mente sin dal primo ascolto proprio per il loro approccio diretto e senza rete, con quel taglio che oggi potrebbe apparire persino naif eppure ancora dotato di impatto e capacità di veicolare emozioni. La forza di un lavoro come Voglio Di Più è d’altra parte il fatto di rappresentare un ritorno a certa urgenza espressiva senza scimmiottare quello che i componenti avevano saputo realizzare nel decennio precedente: questo lo ricollega a i Negazione e al loro continuo sforzo di evolversi, che portò a cambi radicali nella scrittura, su cui ancora oggi i fan della band si spaccano. Ecco, in fondo, pur senza una vera relazione con quanto fatto dalla band madre scioltasi nel 1992, gli Angeli ne hanno mutuato quella voglia di andare oltre l’usuale per cercare un proprio linguaggio e una propria formula espressiva, al contempo figlia di quella urgenza eppure saldamente affondata nel presente e nelle sue istanze. Bene ha fatto Area Pirata ad offrire all’album una uscita in vinile e donargli così la possibilità di raggiungere vecchi fan e nuovi potenziali ascoltatori, sia per il suo valore storico, sia per l’innegabile presa e buona riuscita dei brani in esso contenuti. Buon ascolto.