ANDREA BELFI + ANKUBU, 21/9/2018
Fontanafredda (PN), Astro Club.
Più per impegni personali che per la distanza, non ero mai stato all’Astro Club di Fontanafredda, in provincia di Pordenone (c’è un’uscita ad hoc dall’autostrada). Posso dire dopo questa sera che si tratta di un posto strategico per posizione, dimensioni (né grande, né piccolo) e qualità. Potrebbe svolgere la funzione di luoghi di cui ci occupiamo o di cui ci siamo occupati in passato: Magazzino sul Po, Spazio Aereo/Argo16, Tetris, DalVerme, Glue-Lab, Circolo Dong, Bronson, Freakout… Vista la fame di spazi dove suonare che c’è in regione, direi che l’incontro con Hybrida era inevitabile e non c’era modo migliore che farlo accadere sfruttando Forma – Free Music Impulse, una delle rassegne organizzate durante l’anno dall’associazione di Tarcento.
Causa miei errori e un po’ tanta sfiga arrivo tardi per Ankubu, del cui esordio ho anche scritto. Per fortuna in Friuli Venezia Giulia gioco in casa e ho i miei alleati, e sono dei signori alleati. Ecco il report nel report consegnatomi via mail da Deison, che ringrazio come sempre: il pordenonese Marco Zanella, fondatore di Ghost City Collective, apre la serata con un set elettronico molto muscoloso. I ritmi spezzati e le basse frequenze che si infrangono su dense onde sonore spesso si allineano su una cassa dritta che in realtà ogni volta sfugge e implode in solidi synth riverberati.
L’headliner, Andrea Belfi, è – tra le altre mille cose – un batterista aumentato: di lui abbiamo parlato spesso. Faccio sommessamente notare che la scelta di coinvolgerlo in questa rassegna sembra frutto di un interesse preciso di Hybrida per questo tipo di percussionisti, difatti poco meno di un anno fa i ragazzi hanno chiamato a Udine Greg Fox (se non vi viene in mente il legame che si può trovare tra Belfi e Fox, leggete la nostra recensione di The Gradual Progression).
Andrea, che sta portando in tour l’ultimo Ore, ma che ha già alle spalle ottimi dischi solisti come ad esempio Natura Morta e Wege, si siede estremamente serio e concentrato, in apparenza meno felice di quando l’ho visto col Sogno del Marinaio. Alla sua sinistra e davanti a lui c’è anche strumentazione elettronica, con la quale ottenere drone, loop e suoni alieni, in alcuni casi dando un colpo di bacchetta, in altri utilizzando le manopole, in altri ancora i piedi. Dovrebbe – ma non sono un tecnico – trattarsi dello stesso assetto visibile per bene nel video di “Lead”, con un hi-hat in più.
C’è chi nel 2018 ha ancora problemi con la freddezza delle performance live quando si parla della cosiddetta musica elettronica: bene, può venire a vedere Belfi destreggiarsi senza pause tra pelli e circuiti, non rimarrà deluso. Se i cavi non mancano, anche i legni e il loro utilizzo sono tra i più vari: le macchine forniscono un flusso semi-costante (e kraut?) alla performance, mentre le percussioni si tolgono da strutture ripetitive e diventano più free, andando a costituire un fattore di imprevedibilità. Potenzialmente è come se quest’uomo fosse tutti gli Æthenor assieme, ma è sbagliato esagerare coi complimenti. Di sicuro è uno show insolito al quale assistere e un tipo di sound che è difficile apprezzare dal vivo se non appunto in occasioni tipo “festival”. Il pubblico di questa sera applaude e chiede il bis a un Belfi di nuovo col sorriso. Valide come sempre anche le visuals curate da Hybrida.
Le prossime tappe di Forma saranno il 29 settembre in Austria e il 5 ottobre a San Pietro al Natisone (UD) con Anthony Pateras.