AMALTHEA, In The Woods
Se il precedente The Fall, piccolo antipasto uscito lo scorso anno, aveva sollevato curiosità (restando però un capitolo piuttosto isolato), questo disco completo dimostra di che stoffa sono fatti i ragazzi.
Devo subito ammettere che molti dei saliscendi chitarristici di In The Woods sono degni di nota: gli Amalthea sanno insomma come far girare le chitarre, tra atmosfere tese e claustrofobiche (“Harm”) e momenti non distanti da una forma corale di shoegaze, senza però esserlo nella maniera più canonica (la successiva ed eterea “Field”). Il tutto è accompagnato dalla voce ora melodica ora “screamo” di Per Skytt, che, tra le altre cose, oltre ad essere “scorticata” a dovere, è gestita con sapienza: in pratica fa capolino al momento giusto e senza sovraccaricare una situazione già tesa. Bisogna aggiungere infatti che di certo non siamo al cospetto di un gruppo che cerca l’effetto a tutti i costi: i pezzi sono costruiti con astuzia e senza stare troppo a perdersi in “epicità” assortite (dritti in faccia, ma quando occorre capaci di divenire evocativi senza esagerare). In The Woods è, sin dalla copertina, pubblicazione dal fascino impenetrabile (la produzione di Magnus Lindberg dei Cult Of Luna è poi garanzia di buio pesto) e prova riuscita che questa band svedese sta crescendo bene.
Tracklist
01. Rain
02. The Fall
03. Harm
04. Field
05. Vapour
06. Rust
07. End