ALL AGAINST ALL, Seven Days A Week
Seven Days A Week è il primo lavoro dei latinensi All Against All, formatisi lo scorso anno. Ne abbiamo già parlato, ma vale la pena ricordarlo: i due membri hanno una certa esperienza alle spalle, Marco (al basso) suonava negli Shokogaz e oggi fa parte anche della grind band Tsubo; Max Bergo era il batterista dei Misantropus e suona tutt’ora nei Senzabenza.
Quelli elencati sono tutti progetti molto diversi tra loro ed è indubbio che questa eterogeneità confluisca in Seven Days A Week, uscito per la netlabel SelvaElettrica (la quale mette a disposizione tutti i propri materiali online, da ascoltare e scaricare liberamente).
L’ep, interamente strumentale, è composto da sette tracce e il titolo di ognuna corrisponde a un giorno della settimana. Un personale esercizio che consiglio di fare nell’ascoltare il disco è quello di associare il pezzo alla giornata di cui porta il nome, e vedere se trovate una corrispondenza con le vostre esperienze. La copertina ci viene in soccorso: ritrae infatti una scena di lavoro in officina. Seven Days A Week rispecchia l’andamento della settimana innanzitutto nella sua dinamica lavorativa, con le inevitabili ripetizioni e soste. Un’interpretazione può vedere in “Monday” un inizio a mille allora, al massimo delle energie, che tengono fino a “Wednesday”. Da “Thursday” in poi si aprono molti momenti di stasi e di galleggiamento, fino ad arrivare all’euforia di “Saturday” e alla riflessività della bellissima “Sunday”.
A queste variazioni corrisponde, sul piano musicale, la scelta di generi differenti sui quali gli All Against All si muovono con disinvoltura. Se in alcuni momenti vi ricorderanno i Motörhead e in altri i Sonic Youth, non spaventatevi, perché la miscela scorre con naturalezza. Il duo viene spesso definito come math rock, ma questa etichetta non mi soddisfa. È vero che nel disco nulla è lasciato al caso e che è un lavoro molto “pensato”, ma emerge in modo altrettanto forte il piacere di lasciarsi guidare dal proprio strumento in territori disparati, il che dona al tutto un’atmosfera prog, nonostante i ritmi spesso incalzanti.
In sostanza definire gli All Against All è sempre complicato, e questo fa parte di una scelta ben precisa e molto coraggiosa, ovverosia quella di non puntare a stupire con effetti speciali o con facili proclami, e neanche abbracciando un genere preciso con annesso un pubblico a cui fare riferimento, ma piuttosto suonare per l’amore di farlo, il che, si spera, renderà più sopportabile la settimana.