ALFREDO COSTA MONTEIRO, Suspension Pour Une Perte
Non sempre il suono riesce a rivelare la sua essenza con immediatezza. Accade che non sappia stimolare un percorso percettivo, rimanendo una suggestione incompiuta intrappolata nell’archivio. Eppure non di rado capita di ritrovarlo, di inciampare ancora in quella materia apparentemente sterile e percepirne il potenziale. È esattamente quel che è accaduto ad Alfredo Costa Monteiro con una vecchia registrazione di esecuzioni a un pianoforte rotto, dalla gamma timbrica piuttosto contenuta.
Dopo dieci anni di decantazione l’artista portoghese riporta in vita il flusso catturato, rielaborandolo come un paesaggio dilatato risonante strutturato da eventi sonori spogli, relazionati attraverso l’interpolazione di bordoni saturi di organo elettrico. Il limite determinato dal ventaglio di suoni pressoché monocorde diventa così l’innesco di una composizione articolata, basata sulle possibilità narrative di azioni minime incastrate in un continuum profondamente evocativo che idealmente coniuga frammenti temporali distanti. Un senso della misura impeccabile e la tensione costante nell’incastro tra le parti generano un insieme sensoriale ad alto tasso cinematografico, uno scenario elettroacustico nel quale sprofondare lentamente rimanendo impigliati tra le sue tessiture essenziali. Un esempio virtuoso di quanto possa essere utile attendere con calma il momento giusto per ribadire che less is more.