ALEKSI PERÄLÄ, Children Of Light 4
1988, Helsinki Central Station, un adolescente con il viso da protagonista di un film di Kaurismaki, dopo l’ennesima lezione di pianoforte, aspetta il treno che lo riporterà 100 km a nord a Lahti, cittadina dove abita con i genitori: è concentrato sugli echi e i rimbalzi acustici dei treni, ascoltandone attentamente, come fa da sempre, il transito, i fischi, le sirene e poi gli annunci, le voci dei passeggeri, immaginandosi finalmente di reinventare quell’ambiente sonoro col suo primo Synth Yamaha nuovo di pacca. Ecco, da allora lui, Aleksi Perälä (1976), non ha più smesso di far musica, firmando già nel 1999 per la prestigiosa Rephlex (ma attenzione: era dal 1995 che a raffica lì spediva le sue cassette registrate a casa), inizialmente con i moniker di Ovuca e Astrobotnia e dal 2007 a suo nome con il cd Project V.
Aleksi in quel periodo faceva onesta IDM come tanti altri musicisti della sua generazione, la svolta avviene nel 2014 entrando in contatto con la Sequenza Colundi e la pubblicazione nel 2016 dell’album Connection, un primo sorprendente risultato di questo nuovo approccio, sorprendente in primis proprio per lui che da sempre era affascinato dalla musica infinita di La Monte Young e dalla sua opera seminale Well-Tuned Piano (1964). Perälä così descrive la sinergia avvenuta con Colundi: “Connection si è letteralmente scritto da solo, da quel momento io sono diventato uno strumento, sono un contenitore. Da quando ho usato la S.C. non ho più fatto musica da solo, sono giusto un mezzo per Colundi, “lei” fa la musica ed è come una magia; tutte le idee vengono dall’altra parte, non avrei mai inventato niente del genere da solo, Connection è una connessione col passato arcaico, risalendo fino alle grandi Piramidi di Giza” (qui il riferimento è alle camere di guarigione sonore rinvenute all’interno delle piramidi egiziane, ndr).
Tentiamo allora di descrivere la Sequenza Colundi : ideata nel 2014, è frutto dell’ingegno di Grant Wilson-Claridge, fondatore nel 1991 con Richard D. James della Rephlex Records, in breve consiste in un sistema di accordature che evita le scale musicali occidentali in favore di una serie di frequenze risonanti. Ma Colundi vuole essere qualcosa di più e di diverso, di spirituale, magico, inspiegabile come recita il comunicato Colundi su Bandcamp: “è vero, usando le parole non riusciamo ad esprimere in modo definitivo il nostro pensiero come nemmeno le nostre precise intenzioni, dunque potreste non riuscire a capirci. Ci scusiamo per gli effetti di tale incomprensione”!
Ora se tutto questo vada oltre l’applicazione della A.I. in musica o, viceversa, sia frutto di un abbaglio, rimane comunque il fatto che la produzione dell’esponente più interessante/mirabolante/prolifico di questo “pianeta colundi” sia proprio Aleksi Perälä e prendendo in esame l’album Children Of Light n. 4, uno dei sedici-capitoli- sedici usciti nel 2024, risulta chiaro che siamo di fronte a nuova frontiera della composizione digitale ed in particolare in questo quarto episodio, con l’uso iterativo di patterns ritmici di tabla, kanjira, ghatam, tutte percussioni della tradizione indiana, è l’aspetto techno-mistico che ne risulta enfatizzato. Perälä ci espone ad una esperienza sostanzialmente acusmatica fatta di onde soniche, beats sulfurei, spaziali e per chi ricorda l’installazione di Olafur Eliasson “The Weather Project”, allestita nel 2003 alla Tate Modern, che incantò migliaia di visitatori del museo londinese, ecco: questa ne sarebbe stata la colonna sonora ideale. Sette tracce ipnotiche, da “FI3AC2410 401” a “407”, mantra caleidoscopici che si rincorrono sulle scale della Sequenza Colundi, una goccia nel mare ma da poco è su Bandcamp il nuovo Cycles, ennesima stilla nell’oceano di suoni. “There are so many directions to pursue… making Colundi music is all about having an empty mind to let Colundi happens. There is pure unlimited power, Colundi is the gateway” (Aleksi Perälä).