ALBERTO BOCCARDI / LAWRENCE ENGLISH, Split
Come per López /Sigurtà, anche qui l’incontro/confronto è tra una solida realtà di Fratto9 come Alberto Boccardi e un artista conosciuto a livello internazionale come Lawrence English, di recente riapparso sulla storica 12k di Taylor Deupree, un’etichetta a cui molti sound artist italiani sembrano guardare. Sempre come nel caso dell’altro split, inoltre, Alberto consegna a Lawrence le stesse sorgenti sonore utilizzate da lui e lascia che ci lavori su. Nello specifico si tratta delle registrazioni del coro Antonio Lamotta di Morbegno, effettuate da Boccardi nel 2012 (ci fu una ricaduta live di tutto questo presso l’ex oratorio di San Lupo a Bergamo, deduco).
Col suo pezzo, idealmente diviso in tre parti, Boccardi conferma – dopo l’esordio – di voler portar dentro la sua musica una serie di elementi “altri”, qui cercando di tirar fuori anche le loro qualità “drone”, basti pensare all’uso del coro e – all’inizio – a quello del corno francese, che sono idee che scorrono da tempo (dall’inizio?) nel fiume del genere (vedi il disco di Ambarchi dello scorso anno), ma che lui riesce ad applicare in maniera molto ossessiva e coinvolgente. Notevole il crescendo centrale, incattivito dalla chitarra. Ora la curiosità è quella di conoscere le sue prossime mosse sulla lunga distanza.
Lawrence English inizia con quello stesso sample di coro che ci si era impresso nel cervello grazie a Boccardi, ma il suo è un lavoro molto più rarefatto e sospeso, quasi il rovescio della medaglia della traccia precedente, molto più invasiva, per lo meno in alcune sue parti. Del resto, anche ascoltando il suo ultimo disco, si sa che l’uomo è portato a ricreare una tenue malinconia.
Come per gli altri split (anche quello Roden / Luminance Ratio, per esempio), si direbbe proprio che su queste superfici gli italiani nulla abbiano da invidiare agli altri. E stavolta se ne stanno accorgendo pure al di là dei patri confini.