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ALBERTO BOCCARDI, Apnea

A due anni dalla pubblicazione di Petra Alberto Boccardi torna su Room40 con un nuovo lavoro solista dedicato all’imprevedibilità delle relazioni familiari, al mutamento continuo, a volte impercettibile, che accompagna lo scorrere del tempo in un nucleo tanto ristretto quanto imprescindibile.

La prima novità da segnalare ascoltando Apnea è che Boccardi una volta tanto rinuncia a spiazzarci, muovendosi all’insegna della continuità. Nessun particolare stravolgimento lessicale rispetto al predecessore, semmai una differente modalità operativa capace di adattarsi al fine perseguito. Nelle nove tracce plasmate nell’arco di un intero triennio, linee sonore differenti, create separatamente, vengono riconnesse secondo sequenze complesse che reiterano, deviano, si interrompono e ripartono a tradimento, ma senza mai creare reali fratture. Sono flussi sintetici modulati da un coagulo di glitch e risonanze cristalline, trame luminescenti (“Apnea 1”) che convergono verso un caos ordinato (“Apnea III”) o confluiscono in ridondanze matematiche (“Il Colore Dell’Acqua”). Seguendo le variabili del microcosmo che le ispira, le trame ideate sanno ulteriormente trovare esiti più umbratili, generati dall’innesto di frequenze ruvide su andamenti volutamente zoppicanti (“Stato Solido I”, “Come la Natura Dipolare”).

La ricerca di un incastro spesso stridente e per questo maggiormente efficace, l’uso misurato del vuoto quale spazio/tempo che incrementa e definisce i suoni, un certo gusto per la riduzione sono i cardini di un lavoro altamente suggestivo, che con la giusta dose di discrezione introduce nel mistero di dinamiche in divenire, aperte ad una costante riconfigurazione delle parti. Un altro pezzo di bravura di un autore da non perdere mai di vista.