AIRPORTMAN, Il Raccolto
Quando penso agli Airportman, penso anche al Piemonte, ai suoi colori e ai suoi sapori. Terra di eccellenze musicali che quando poi s’incontrano possono alzare il livello in maniera importante. Questa volta con Giovanni Risso e Marco Lamberti – giunti al quattordicesimo disco in 17 anni, sempre su Lizard Records – abbiamo Francesco Alloa alla batteria, Carlo Barbagallo al basso, oltre che Dionisio Capuano per la copertina evocativa, rinchiusa in una velina che cela un piccolo tesoro. Last but not least, Stefano Giaccone, già collaboratore di lunga data.
Si parte con un omaggio da brividi agli Art Bears, cavalcata libera che prende il via da Hope And Fears per diventare altro: è “Il Raccolto”, prima parte chitarra, batteria, sax e tastiere, seconda parte solo voce di Stefano Giaccone e batteria, per uno spoken word che si trasforma in canto, a tratti doppiandosi come a diventare un coro di pirati: quasi 18 minuti di trasporto che ci danno i parametri dell’album. Voci nascoste, archi ed uccelli, recitati salmastri, bassi a gonfiarsi come se i legni coi quali sono stati costruiti avessero preso acqua. Poi dei rintocchi di chitarra, archi cadenzati, una deriva dolcissima quella di “Nei Kiwi C’è Il Mare”. Si avanza ancora, con “La Yurta Montata”, un breve racconto che è la storia di incontri che si intrecciano negli anni, a formare una vera e propria famiglia allargata in un aeroporto dove c’è posto per tutti. Poi riappare “The Pirate Song”, per chiudere di nuovo in quella zona musicale dove gli strumenti viaggiano coesi, caldi e riconoscibili, per corse strumentali che arrivano a noi già mature ed ingiallite. Un piano, un ultimo canto quello di Stefano e Dagmar Krause (Slapp Happy, Henry Cow e Art Bears) con una voce meravigliosa, “Tony E La Meraviglia”, la nostra, ancora una volta.
Tracklist
01. Il Raccolto / The Pirate Song
02. Nei Kiwi C’è Il Mare
03. La Yurta Montata
04. Tony E la Meraviglia / The Pirate Song