Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

AEGRI SOMNIA, Monde Obscure

AEGRI-SOMNIA

Perseveriamo col dark ambient e dunque eccoci ancora qui a scrivere di oscurità e mondi sommersi, solo che questa volta non si va in Scandinavia, ma si finisce in Croazia, guidati da Jurica Santek alias Aegri Somnia. La memoria (la mia) ormai va a impulsi, ciononostante avevo già letto questo nome molti anni fa sul catalogo Kaos Ex Machina, l’ottima net label polacca che ha chiuso i battenti nel 2012.

La struttura è granitica e la sacralità dei suoni rispecchia i concetti di abbandono, del perdersi tra fitte nebbie e dello sprofondare nell’abisso. L’album è finemente articolato nei minimi dettagli e sensazioni come di gelido e argenteo metallo accentuano la sua aria austera. È però l’uso dei field-recordings a renderlo affascinante e, per certi aspetti, perfino meditativo. Le registrazioni sono manipolate in modo magistrale e inserite sempre al momento opportuno: ansiosi campanacci annunciano l’arrivo di aguzzini corvi neri, gocce acide squarciano e corrodono il selciato, corsi d’acqua violacei interagiscono con drone ventosi e sottofondi gotici, mentre taglienti cocci di cristallo, nascosti da fogliame morente, creano ferite dolorose e sanguinanti. L’immagine della copertina sembra descrivere una scena apocalittica post-nucleare, l’ascolto però favorisce percezioni diverse, come l’inquietudine di fronte a un fatiscente e sperduto casolare dell’Oregon, inglobato fra alberi secolari di conifere (radioattivi, però), celato da edere carnivore rampicanti e palizzate che mettono paura e ne delimitano il perimetro, vietando l’ingresso agli estranei. Insomma, il solito fotogramma di un film horror, che fantasia eh? Chissà… magari è proprio lì che risiede il quartier generale della Cryo Chamber. Avrei voluto ascoltare qualche vocina lontana e distorta di fantasmi o demoni, peccato, non si può avere tutto, ma comunque non è escluso che all’interno ci siano oscure e malvagie presenze che banchettano con resti umani in putrefazione. Ho provato a bussare ed entrare senza permesso, ma a quanto pare la natura mi ha tenuto a distanza… per ora, creepy!

Come si capisce anche con Dakhma di Council Of Nine, Simon Heath (Atrium Carceri) sa bene cosa pubblicare, sembra quasi una personificazione di Leviatano che sceglie attentamente le proprie vittime sacrificali.