ACRIMONIOUS, Sunyata
I fogli promozionali delle etichette non andrebbero mai letti, fanno alternativamente passare la voglia di ascoltare i dischi o alimentano inutilmente delle aspettative. Nel caso di questi greci si parlava di black metal con influenze rock e lo si consigliava ai fan di Morbid Angel, vecchi Slayer, Dissection, Necrovore, Nifelheim, Iron Maiden. Della serie: confondiamo le acque, così il recensore non ci capisce più nulla e magari pensa di trovarsi davanti al capolavoro del secolo. La realtà è molto prosaica, soprattutto per chi il gruppo lo conosce. Gli Acrimonious, attivi da quasi dieci anni ormai, sono figli acclarati di Dissection e Naglfar, e se bastano un po’ di armonizzazioni di chitarra per parlare di Iron Maiden, allora le mie recensioni saranno molto apprezzate dai lettori di Alberto Moravia e Umberto Eco. Comunque, la vena black metal ortodossa è più accentuata rispetto ai maestri, la complessità è inferiore: rimangono il gusto melodico, la registrazione potente e nitida e una discreta sapienza nello strutturare i pezzi. Il disco, il loro secondo della serie, è indubbiamente piacevole da ascoltare e sono sicuro che troverà molti estimatori. Voto: da apprezzare durante la lettura di fogli promozionali scritti da visionari.
Tracklist
01. Vitalising The Red-Purple in Ishet Zenunim
02. Glory-Crowned Son Of The Thousand-Petalled Lotus
03. The Hollow Wedjat
04. Lykania Hekate
05. Erset La Tari
06. Nexus Aosoth
07. The Sloughed Scales Of Seperation
08. Adharma