ABYSMAL GRIEF, Feretri
Come le vie del Signore, così anche le porte per l’Inferno sono – se non infinite – almeno innumerevoli. Una di esse deve essere di certo situata dietro una di quelle tombe monumentali in qualche vecchio cimitero italiano dall’aria decadente o barocca, quelli che amano tanto visitare gli Abysmal Grief. Uno di quei cimiteri di campagna dove può capitare di essere investiti da zaffate che sono un misto tra odore nauseante di fiori che marciscono al caldo ed effluvi d’incenso, dove il cigolio improvviso di qualche vecchio cancello ci causa inspiegabilmente un brivido alla schiena anche se si è in pieno giorno…
Ebbene sì, maestri indiscussi dell’horror doom su scala mondiale, i genovesi Abysmal Grief, sono tornati alla ribalta con un nuovo album, Feretri. La solennità e la formalità della parola scelta per il titolo fanno gioiosamente a pugni con la foto della copertina dell’album, che suggerisce qualche storiaccia morbosa da film dell’orrore o noir di serie B degli anni Settanta. Ma queste sono esattamente le atmosfere che il fondatore e chitarrista Regen Greves e i suoi compagni di band adorano, e i loro fan in tutto il mondo pure.
Un giorno pieno di celebrazioni al limite del melenso come San Valentino doveva esser sembrato il contesto ideale per il finto lutto delle due “dark ladies” da film nella copertina di Feretri, uscito, appunto, lo scorso 14 febbraio 2013. Sin dalla loro origine nel lontano 1995 gli Abysmal Grief sono stati una band abbastanza tormentata, con cambi di formazione spesso “dovuti a misteriose ragioni”, come recita la biografia ufficiale, abbastanza lugubre. In ogni caso sono stati capaci di rimanere fedeli al loro stile distintivo, pensato per l’evocazione grottesca (e dai sapori un po’ gotici) di atmosfere occulte e morbose, rituali negromantici e culti funerei attraverso un amalgama vincente e unico di horror prog (permeato dal suono inconfondibile dell’organo Hammond) e sinistro doom. Non è facile definire con precisione questo sound: se comunque c’è una componente gotica, questa non ha niente a che vedere con quanto di mieloso spesso porta quel nome in ambito metal. Gli Abysmal Grief gotici sono raccapriccianti, cattivi, misantropi, oscuri e attraenti come i migliori e più esagerati vecchi film dell’orrore. Nei loro album sono in grado di fabbricare quelle ambientazioni angosciose, oscure e blasfeme che sanno magistralmente rappresentare nei loro spettacoli dal vivo, coinvolgenti quanto infrequenti, anche se, devo dire, ho avuto la fortuna di vederne almeno tre negli ultimi tre anni.
Feretri è il terzo full-length degli Abysmal Grief, arrivato quasi quattro anni dopo lo spettacolare Misfortune del 2009, a seguito di un ulteriore cambio di formazione. Tuttavia durante questi anni la band è stata capace di tenere a bada la sua base di fan ampia e fedele, dandole in pasto due badilate di blasfemia durante il 2011 e verso la fine del 2012 con gli ep su vinile Foetor Funereus Mortuorum e Celebrate What They Fear. Ma i fan degli Abysmal Grief sono più famelici dei vampiri o degli altri non-morti, o non-vivi, che fanno pendant con le ambientazioni cimiteriali amate dal gruppo. Ci voleva un nuovo album.
Feretri comprende sei tracce per un viaggio raccapricciante di circa 45 minuti; se si vuole, è una specie di esperienza in stile “Notte sul Monte Baldo”, dai contorni occulti e mistici. I brani sembrano organizzati secondo una specie di schema narrativo in cui lunghe litanie funeree e paurose si alternano a danze da sabba frenetiche e sacrileghe, oltre che a intervalli atmosferici e “notturni”. Queste scene o stati d’animo (tormentati…) possono variare anche all’interno di uno stesso pezzo, perché la band si serve di cambi di tempo sensibili. Ogni brano può essere un’avventura e l’album intero è come una saga infernale.
Rintocchi di campane a morto e sussurri spettrali quasi d’ordinanza, all’inizio di “Lords Of The Funeral”, vi trascineranno subito al centro dell’azione, o del cimitero, anche se siete in metropolitana. Ma il vero richiamo dei custodi di questa porta per l’Inferno è costituito dall’esplosione combinata di chitarra e basso grezzi e distorti, dal suono barocco e vintage dell’organo, da una batteria che rimbomba quasi rituale e infine dalla voce solenne, maligna e teatrale del tastierista Labes C. Necrothytus. “Hidden In The Graveyard” è un’avventura notturna nel cimitero raccontata da una melodia horror doom opprimente e molto aggressiva nel suo ritmo dinamico, che vi farà lanciare in uno sfrenato headbanging a tempo con le creature maligne d’oltretomba che escono dalle cripte. Il ritmo cadenzato nell’oscura “Sinister Gleams” possiede il potere ipnotico di certe ballate folk macabre e di danze ancestrali propiziatorie. La breve traccia strumentale “Crepusculum” è un interludio sorprendente dove i suoni tipici di una notte estiva (canti di grilli e di qualche animale notturno) vengono trasformati in aspettativa di puro orrore attraverso delle semplici note d’organo. Ciò che segue, “The Gaze Of The Owl”, è un’esplosione di doom orrorifico nella quale gli Abysmal Grief fraternizzano idealmente con gli Electric Wizard, i Cathedral o i Reverend Bizarre e dove le paurose invocazioni da parte di voci sovrapposte degne di zombie si alternano agli ululati delle chitarre. L’avventura da incubo nel cimitero barocco è chiusa dalla melodia dolorosamente lenta e maligna della suite doom finale “Her Scythe”, nella quale i riff sabbathiani e la voce dell’organo s’intridono progressivamente di malinconia prima di sfumare ed esser ingoiati dal silenzio. Di tomba…
Feretri esce come cd per l’etichetta italiana Terror From Hell Records (di Vercelli). Quelli di voi che hanno bisogno dell’aggiunta di un po’ di famigliare e, in questo caso, spettrale cigolio di fondo del vinile, dovranno aspettare la versione lp in uscita per la danese Horror Records, che ha curato vari lavori recenti della band.
L’album Feretri, in particolare, e gli Abysmal Grief in generale sono un must per chi è attratto dalle atmosfere dei vecchi film dell’orrore, dal doom macabro come negli Electric Wizard, primissimi Black Sabbath, Reverend Bizarre, horror prog e horror metal italiano passato e presente, come Goblin, Malombra, Jacula, Paul Chain, Death SS, Cultus Sanguine e le ambientazioni soffocanti, occulte e blasfeme dei Mortuary Drape. Feretri è bello nei suoni e nella produzione. Non so ancora dire se questo sia effettivamente il migliore album mai fatto dagli Abysmal Grief. Sono drogata della loro musica, e questa è la dose che bramavo.
Se siete anche voi nell’esercito dei drogati di Abysmal Grief, è il momento di placare la vostra sete…
Tracklist
01. Lords Of The Funerals
02. Hidden In The Graveyard
03. Sinister Gleams
04. Crepusculum
05. The Gaze Of The Owl
06. Her Scythe