AA.VV., Wir Triumphieren. Bergedorfs Kinderbandszene 1982-85
Faccio un pochino di fatica a tornare indietro fino al 1982. Oltre la vittoria del mondiale ricordo che alle scuole medie, durante le lezioni di musica, la maestra insegnava soltanto chitarra e flauto. Quegli strumenti però non piacevano, così dissi a mia madre se mi comprava una specie di Casiotone. Lei non capì bene di cosa si trattava, quindi mi portò una deludente Diamonica. Poco importa, l’unica sequenza di toni che riuscii a riprodurre in un anno fu quella che François Truffaut usò come linguaggio per comunicare con gli extraterrestri nel film “Incontri ravvicinati del III tipo”. Questa breve storiella è un banale aggancio per spiegare che non ero e sono dotato di talento, mentre lo furono quei ragazzini tedeschi – età compresa fra i 9 e i 15 anni – della periferia di Amburgo, che realizzarono queste trenta tracce.
Il disco si può analizzare attraverso lo schema della copertina, dalla quale si comprende chiaramente che è un gioco e che tutto converge verso X² e Die Egozentrischen 2: ovverosia Felix Knoth aka oggi Felix Kubin. A parte qualche brano, dove si avvertono improvvisate stravaganze (Alexander Dahm, traccia 1), chiptune che ricreano atmosfere da sale giochi anni Ottanta (Die Egozentrischen 2, traccia 10), sinuose forme di Neue Deutsche Welle (Generator 1, traccia 7), accenni di post-punk (Der Leichenwäscher Von Boberg, traccia 19) e schizzi di cyberpunk (X², traccia 30), il resto è un malconcio assemblaggio di esperimenti synth sui quali giocare e divertirsi su come destrutturare l’inno nazionale o qualche estratto di Bach e Vivaldi.
È vero, dobbiamo ricordarci sempre che questi ragazzi erano molto giovani. Certamente avevano delle doti, ma la NDW è un’altra cosa. Era qualcosa di più complesso, qualcosa con più corpo e struttura, e se non credete alle mie parole (e fate bene), potete sempre dare un ascolto come paragone ai Der Plan, Die Tödliche Doris, Palais Schaumburg (per restare ad Amburgo), Keine Ahnung e Minny Pops (ma qui sconfiniamo nella vicina Olanda).
Non me ne vogliano i ragazzi/artisti ma l’album purtroppo non fa presa. Si merita comunque la sufficienza perché ha avuto il merito di rivivere e riordinare vecchi ricordi del passato, quelli sepolti da tonnellate di moderni e caustici noise.