AA.VV., We Hear A New World Vol. 2
Il claim di Fango Radio è “We hear a new World” e così si intitolano anche le sue compilation. Questa è la seconda: undici tracce inedite prodotte da alcuni dei curatori dei programmi della radio stessa. Uscita il primo aprile in download digitale e in cassetta, è uno dei mille modi con cui Fango mette in circolazione le musiche che le piacciono ed è l’occasione per chi la segue di metterle in tasca qualche lira. Fango Radio è nostro partner, dunque difficilmente ne parlerò male. Mi limito a dare due dritte con la massima onestà possibile.
Alcuni dei nomi che compaiono sono passati anche di qua, sono tutti lontani anni luce dalla forma canzone (e da qualsivoglia struttura) e abitano quell’arcipelago formato da ambient, dark ambient, noise, musica concreta, “collagismi” digitali e non digitali. Qualcuno dirà musica elettronica, ma non credo aiuti davvero nessuno, qualcun altro “sperimentale”, ma anche qui siamo su di un terreno scivoloso. Qui si distinguono:
• Joāo Pedro Fonseca, disorientante e allucinato;
• Lorenzo Abattoir che fa Dave Phillips;
• Matteo Mannocci e Michael Nannini, spaesanti e ansiogeni quanto Fonseca (lui e loro due sono quelli più “di ricerca”, quelli che provano a trovare di più la sintesi e la contaminazione inusuale);
• Petrolio, progetto “industrial doom” che qui mi convince pienamente;
• quel pazzo di Maximilian Gallorini, con un modo di esplodere all’improvviso simile a quello degli Iron Lung, anche se genere e strumenti non sono gli stessi.
Cosa emerge da tutto questo? Quale è la conclusione? Fango ha un volto? Io credo che metta insieme accademia e underground non accademico: non è un equilibrio, è una moltiplicazione delle possibilità dell’uno e dell’altro. Se ne parlava anche con Luisa Santacesaria (parte della squadra di Fango) in un’intervista ai Blutwurst che trovate qui. Avanti così.