AA.VV., Tracce XX (Wallace Records, full album stream)
Tracce (1999), la prima compilation della Wallace Records di Mirko Spino, è una raccolta che nel tempo ha acquisito lo status di vero e proprio (piccolo) manifesto generazionale dell’underground italiano. Al suo interno ci sono nomi che hanno affrontato con coraggio gli anni Duemila (periodo storico nel quale Internet entra definitivamente in scena, va specificato), con la consapevolezza di chi conosceva bene i Novanta: i One Dimensional Man di Capovilla e Favero, trio che – senza nascondere l’evidente influenza dei Jesus Lizard – dal vivo faceva letteralmente faville, i Jinx, praticamente i nostri Unsane, il giro dei transfughi temporanei (e non) dagli Afterhours, ad esempio A Short Apnea e Six Minute War Madness, i Sottopressione, i beniamini di Thurston Moore My Cat Is An Alien, e infine gli Starfuckers, questi ultimi dei veri fuoriclasse. Pare che fossero soprattutto statunitensi le proposte che avevano lasciato il segno su questi musicisti: si parla di etichette come Touch And Go, Quarterstick, Skin Graft, Load Records, e degli immancabili Fugazi. In seguito la Wallace ha sviluppato tutto un discorso peculiare, finendo per pubblicare band anche molto diverse tra loro: gli X-Mary, ma anche i Tasaday, poi Madrigali Magri, Fuzz Orchestra, Anatrofobia, Rollerball, Bron Y Aur, Bologna Violenta, Uncode Duello, Bugo… Scontato oggi ribadire che anche grazie a questi dischi s’è fatta la Storia delle migliori musiche rock in Italia. Altro dato che può servire a comprendere meglio il fenomeno: lodevoli, piccole iniziative editoriali come Equilibrio Precario, Itself, Succoacido, Freakout e Trippa Shake hanno dato da par loro un grosso contribuito a far conoscere queste band, non ultimo l’happening toscano TagoFest.
Cosa rimane dunque a vent’anni da quella pubblicazione? Certamente numerosi ricordi, un catalogo cresciuto a vista d’occhio, un’evidente coerenza di fondo, di sicuro band che si conoscono tra loro e si stimano. Alcune di esse, insieme a nomi più recenti, sono coinvolte in questa celebrativa Tracce XX. Aprono le danze i Gerda, col loro hardcore viscerale che sa di assalto appassionato, poi tocca ai redivivi Anatrofobia: la loro “Garden Song” è una sorta di canzone free slabbrata e affascinante, e non sono da meno la tribale cavalcata noise di Paolo Cantù (Makhno), la prova aliena dei Quasiviri, la scommessa The Rambo con lo psych-rock di “Mustafuck”, i sempre matti Shipwreck Bag Show con la voce infantile di Roberto Bertacchini, batterista degli Starfuckers, le rigorose a-simmetrie noise degli Hysm Duo, le notturne lacerazioni free-punk dei Masche, il robot-rock a cavallo tra Klaus Nomi e i Devo di Uomoman, per non dimenticare Meteor e 3Tons.
Sono passati vent’anni, e in questo periodo sono successe talmente tante cose che parlare di rivoluzione tecnologica forse è pure poco. La Wallace Records, però, è ancora qui, e noi non possiamo che prenderne atto e continuare a festeggiare insieme a loro, ascoltando in esclusiva Tracce XX.