2PIGEONS, Retronica

Retronica

Musica col proposito di conciliare ciò «che apparentemente è lontano» (cit.).

Formato dalla vocalist italoamericana Chiara Castello e dal “tastie(rumo)rista” d’origine albanese Kole Laca, il duo esordisce nel 2009 con un ep omonimo. Nello stesso anno vince il Demo Award su Radio Rai, guadagnandosi la possibilità di salire sul palco assieme ad artisti come Benvegnù, Malika Ayane, Beatrice Antolini e Patti Pravo. Il percorso prosegue con la pubblicazione di Land (2010) e giunge fino a oggi con l’album Retronica.
Il titolo del cd merita una piccola riflessione, dato che è una sorta di crasi tra le parole “retrò” ed “elettronica”: quasi una dichiarazione programmatica per uno stile che, nel suo mescere in una soluzione chimica eterogenea le svariate declinazioni del genere prescelto, non manca di rivelare reminiscenze vintage. Pertanto sono stati tirati in ballo i referenti più svariati: dalla Björk di Homogenic a Mark Bell, dai Massive Attack a Le Roux.
Magari non è azzeccatissima l’apertura con “Completeley Lost”, ma già con “Hard Working Space” capiamo che siamo di fronte a un lavoro di sostanza: qui, dopo una strofa in cui agli archi si alterna una grave linea di synth, si sfocia in un ritornello disco; tra questi due estremi trova spazio un intermezzo che strizza l’occhio alla musica da camera. Si passa poi ai ritmi sincopati della bizzarra “9mm Parabellum”, dove il canto spetta a Laca, mentre alla Castello sono affidati i cori incisivi che vanno a sfociare in un finale “à la Matia Bazar”
Per quanto riguarda i testi, è ricorrente il tema attinente ai limiti umani: significativa a proposito è la trasognante e vagamente esotica “Ikarus”. A ciò si associa il leitmotiv della metamorfosi, come in “Reptile” (canzone a prima visto un po’ più deboluccia rispetto alle altre). In “Seven Steps”, poi, viene addirittura interpellata la medicina per modificare artificialmente il corpo. Ricordiamo infine come a dar ulteriore lustro a un’opera già di per sé pienamente riuscita vi sia la partecipazione di musicisti d’indubbia caratura: dal duttilissimo Enrico Gabrielli (Calibro 35, Der Mauer) in “Seven Steps” all’oramai onnipresente Capovilla in “Turtulleshe” (riuscitissimo adattamento di una canzone folkloristica albanese); da Roy Paci col suo estravagante intervento di tromba nel finale della kurtweilliana “Ghost Dog” a Giovanni Giuliano (Marta Sui Tubi) con la sua funambolica performance vocale in “Techno West”. Insomma, non c’è di che annoiarsi!

Tracklist

01. Completely Lost
02. Hard Working Space
03. 9mm Parabellum
04. Reptile
05. Ikarus
06. Turtulleshe
07. Seven Steps
08. Ghost Dog
09. Teknowest
10. Satellite
11. Nervous Countdown