16 / GRIME, Doom Sessions Vol. 3
Ci sono tanti modi di pensare a uno split album. Questo cementa ulteriormente un’amicizia nata in tour. Aggiungo che per i Grime i 16 sono sempre stati un riferimento. A organizzare la festa è la super prolifica Heavy Psych Sounds e sono invitati anche i geni del Branca Studio, che regalano uno di quegli artwork per i quali è facile perdere la testa.
Cominciano i 16, passati – si sa – attraverso vari cambi di formazione, ma sempre con Bobby Ferry a tenerli sulla strada giusta, come dimostra subito “Tear It Down” in apertura: riff che aprono crepe per terra, groove q.b., pure qualche interventino chirurgico di tastiere ed elettronica (non prendete paura). Lo stesso mix tra pesantezza groove si trova anche in “Nachzehrer”, con tanto di assolo vintage. Niente male nemmeno “Death On Repeat”, che per un attimo pare “Children Of The Grave” ma poi trova subito la sua via.
Finiscono i Grime, che partono a sorpresa una frazione di secondo dopo “Nachzehrer” e sono incazzati come tori: accanto alla solita voce scorticata compare anche il più classico rigurgito death metal, genere che già dal disco prima si era infiltrato nello sludge con cui il gruppo aveva iniziato il suo cammino. Sia “Piece Of Flesh”, sia “Sick Of Life” sono un incastro ben riuscito tra tutte le influenze della band, non ultima appunto quella death/doom. Sono due pezzi che funzionano anche a livello epidermico, ma che poi devi riascoltare perché senti che t’è sfuggito qualcosa.
I Grime sono miei amici e i 16 al paese mio sono un punto fermo fin dai Novanta, quindi sono di parte. Detto questo, non mi pare che serva una laurea in metal per capire che occorre fare un ordine da Heavy Psych Sounds.