THE KVB, 7/5/2015
Strasburgo, Musée d’Art Moderne et Contemporaine.
Una piccola sala rivestita in legno nel complesso del Museo d’Arte Contemporanea è la location di una delle serate del Supersounds Festival che tra Strasburgo, Colmar e Friburgo ospita numerosi artisti della scena synth pop e shoegaze attuale.
Pubblico comodamente seduto e ambiente raccolto sono un ottimo contesto per la musica di Nicholas Wood e Kat Day, ancora studenti universitari, che dopo Always Then (2011) si sono affermati come una delle migliori band under 30 della scena post-punk inglese (e non stiamo parlando di una manciata di gruppi). Il tour europeo presenta Mirror Being, raccolta d’inediti uscita in versione originale come cassetta per la Flesh Tapes (fondata dalla coppia) e recentemente ristampata in vinile e cd dalla Invada. I pattern elettronici regolari e le tastiere dal sapore new wave di lei si accavallano alla chitarra di lui, che alterna distorsioni noise a tratti pop distesi, accompagnandoli con quella voce lontana, dolce e monotona che marchia di nostalgia e adolescenza lo shoegaze anni Novanta. Il breve live mostra sia il sound acerbo ma già ben abbozzato degli esordi, sia le nuove, mature sperimentazioni, nelle quali i synth sono oscuri, decisi e ipnotici come le proiezioni video curate dalla stessa Day. I KVB hanno costruito un ponte solido tra un passato in una scena underground (a volte forzatamente statica e chiusa) e un presente dove crescita continua e ricerca di soluzioni diverse hanno lasciato da parte le esitazioni degli inizi. Per una band giovane, arrivare in pochi anni a una forma musicale stabile e dai contorni piuttosto nitidi è un grosso traguardo, ma l’importante è non fermarsi qui.
L’ispirazione per la foresta di pilastri nella copertina dell’album viene dalla struttura in pali di legno un piccolo ristorante in provincia di Padova, a detta di Kat Day era veramente un buco, ma almeno hanno mangiato bene.