TERRAPIN, Killing HF Harlow
Nel riprendere un tema animalista, i due Terrapin sembrano quasi riallacciarsi alla vecchia tradizione industrial: Harlow era uno psicologo che utilizzava scimmie per i suoi esperimenti, separandole dalla madre subito dopo la nascita, allo scopo di vedere di che cosa avevano davvero bisogno e come questa situazione inusuale influisse sul loro comportamento.
Il disco è l’esito dell’editing di una serie di improvvisazioni di Giovanni Lami (lo troviamo in Lemures assieme a Enrico Coniglio) e dell’australiano Shaun McAlpine, durante le quali i due hanno utilizzato come sorgente sonora field recordings, suoni digitali e anche strumenti analogici. La prima parte del disco è molto essenziale e cupa, con qualcosa di rugginoso però, tanto che forse potrebbe essere avvicinata ai Wolf Eyes più ambientali. Sulla base dell’impulso concettuale fornito, si finisce per associare queste atmosfere all’approccio spietato di quello psicologo. La seconda parte del disco sembra avvicinarsi a soluzioni più “dronegaze”, quindi da un lato allenta la tensione iniziale, ma dall’altro sfocia in frangenti più rumorosi, per quanto non d’assalto. Il perché di quell’intermezzo più “sollevato” sta nel titolo della terza traccia, che – Google alla mano – è riferito a l’erba di San Giovanni, che ha proprietà antidepressive (qui ci si collega alla caduta nell’apatia delle scimmiette private del conforto materno). Sei tracce per ventitre minuti nel contesto di un genere che di solito chiede molto tempo per espandersi e svilupparsi: Killing HF Harlow ha i suoi momenti buoni, peccato che duri troppo poco per riuscire a ingoiare l’ascoltatore. Speriamo che Giovanni e Shaun possano proseguire la collaborazione, perché la stoffa c’è.
Nota a margine: ancora un grande lavoro di packaging a firma Fratto9.
Tracklist