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SPARKLE IN GREY, The Calendar

The Calendar

The Calendar nasce nel lontano 2007 ed è l’ultima fatica degli Sparkle In Grey. Non è dedicato a un anno specifico, ma è un calendario perpetuo fatto apposta per gente che vive alla giornata, senza apparenti schemi precisi e nell’attesa di un personalissimo evento prossimo alla fine, per poi poter ricominciare daccapo. Personalmente non do molta importanza a oroscopi, calendari o qualsiasi strumento – meccanico o no – segnatempo. I mesi e i giorni dell’anno ormai partono e si concludono sempre allo stesso modo, escluso uno di “Aprile”, quello più anonimo, quello del compleanno.

Dai, cavolate a parte, il disco esce per merito d’alcune interessanti etichette. Citiamole tutte in rigoroso ordine alfabetico, perché lo meritano: Gattolino, Grey Sparkle, Lizard, Moving Records & Comics, Old Bicycle Records e Under My Bed. L’intero disco musicalmente è un agglomerato di tonalità minimaliste ridotte all’osso ‒ ambient, field-recordings d’ottima fattura e piazzati sempre nel momento giusto ‒ nonché di brevi storielle folk, più o meno malinconiche. Tredici sono i mesi del calendario Sparkle, ognuno dei quali con un’istantanea da mostrare e una storia da raccontare. Cominciano il glockenspiel e il freddo pungente di “Gennaio”, ovverosia rintocchi scaturiti da sottile polvere di neve che, staccandosi da nuvole grigie, si trasforma in minuscoli cristalli di ghiaccio tagliente. I violini di “Febbraio”, invocando Morfeo, richiamano il sonno. “Marzo” e i suoi arpeggi, invece, risvegliano: i primi germogli di fiori, più luminosità, la primavera. “Aprile” alterna – come sempre – ambiguità, malinconia e allegra solitudine. “Maggio” è il fratello minore, più sbarazzino e scoppiettante. “Giugno” è le storie di pescatori solitari, fra onde del mare e richiami di sirenette. “Luglio” e gli inquietanti toni. “Agosto” caotico. “Settembre” e le sue spettrali lacrime, prima dell’amichevole “Ottobre”, il quale poi cede la mano a “Novembre”, regalando ‒ nonostante sia conosciuto come il mese dei trapassati ‒ vita, gioia e forti emozioni d’aggregazione sociale: l’immagine di un falò acceso e tanta gente (forse) felice. Il mesto “Dicembre” conclude l’anno, tra echi di fiammelle, effervescenti scintille e gocce di neve viola condensata che scivola dolcemente dagli aghi di pino. Le inquiete aperture, classiche e (quasi) droniche del “tredicesimo mese”, sono, ad ogni modo, segnali di buon auspicio, nonché caronteschi barconi per l’imminente nuovo gennaio.

È il fantastico artwork – corredato da testi e meravigliose illustrazioni d’animaletti – che sposta la bilancia verso il giocoso e il sognante, tanto che lo si può considerare come un piccolo libro di fiabe per bambini. The Calendar: tredici spensierate favole da raccontare ai vostri figli prima di andare a dormire, o tredici ninne nanne, fate voi.