SAMOTHRACE, Reverence To Stone
Si sono fatti attendere a lungo, i Samothrace, autori nel 2008 dell’impressionante Life’s Trade (una colata nera di suoni slabbrati e atmosfere claustrofobiche), prima di cavalcare nuovamente una macchina da guerra che oggi torna a colpire con un lavoro composto da due sole tracce, ma non per questo meno impressionante e compiuto. Quattro anni che hanno visto la chitarrista Renata Castagna prima uscire e poi far ritorno nella band, ricreando la magia del precedente album e soddisfando le attese dei molti che se ne erano fatti ammaliare: Reverence To Stone si apre con la rivisitazione/riscrittura di uno dei brani contenuti nella demo che aveva saputo attirare su di loro l’interesse di label e media, un modo per saldare il passato e il presente, ma è con la lunga “A Horse Of Our Own” che ci si getta senza esitazioni nel futuro e si pongono le basi per quelli che saranno i nuovi sviluppi della formula sonora. Il brano è una lunga, inesorabile discesa negli abissi: le chitarre si contorcono e intrecciano tra loro per creare un effetto a layer che rende ancor più compatto e impenetrabile il muro di distorsione alzato dal gruppo, mentre voce e un pathos dolente (che da sempre caratterizza la band) si contendono la ribalta tra le bordate di violenza compressa. Questo almeno fin quando le ostilità non hanno una brusca interruzione e si fa strada una vena ai limiti della pulsione ambient, quasi sussurrata nel suo reggersi su corde sfiorate e feedback, clangori lontani e note lasciate riverberare. Quando ripartono a pieno regime, i Samothrace appaiono ancora più caustici e sicuri di loro stessi, lanciati in quella che si impone come una cavalcata psichedelica dai rimandi Seventies, ma in tutto e per tutto figlia delle atmosfere scure dei suoi creatori e, soprattutto, ancora una volta destinata a spegnere i suoi impeti senza preavviso, in una continua girandola emotiva che fa di questa lunga suite una strada abbracciata sui tornanti di una montagna impervia, inadatta a scalatori in cerca di guide o facili appigli. Non siamo comunque nel regno del post-metal alti e bassi, piuttosto abbiamo a che fare con una versione brutale e malevola del migliore hard-rock americano, una sua devianza cresciuta nelle paludi al riparo da sguardi indiscreti e fiera della sua natura ostile fino al midollo. I Samothrace sono tornati e hanno saputo lasciare una nuova cicatrice infetta sui nostri timpani, speriamo non debbano passare altri quattro anni per ricevere una nuova visita da parte loro.
Tracklist
01. When We Emerged
02. A Horse Of Our Own