Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

RISE ABOVE DEAD, Stellar Filth

Stellar Filth

Sin dal primo impatto, il nuovo lavoro dei Rise Above Dead palesa una netta crescita compositiva, in parte dovuta allo spostamento degli equilibri all’interno della scrittura: il minor peso degli influssi crust favorisce un suono più ragionato e meno di pancia, con la ricchezza e la rifinitura dei dettagli che rendono l’album un grower capace di colpire con efficacia proprio sulla lunga distanza. Di certo il postcore ha una sua rilevanza innegabile, ma non si tratta dell’ennesimo tributo ai soliti grandi nomi di rito, quanto di una rivisitazione personale e completa di un linguaggio che può ancora dare vita a colpi di coda preziosi come Stellar Filth. Sin dall’iniziale “Hide And Weep” ogni suono, volume o cambio assume importanza nel comporre un dedalo di rimandi (vedasi l’inaspettato assolo di chitarra) che mantiene in equilibrio i vari elementi e alta l’attenzione dell’ascoltatore. I Rise Above Dead si pongono un obbiettivo ambizioso e decidono di giocare a carte scoperte senza tentare di occultare confronti ingombranti, vedasi ad esempio “Bury Them In Dust”, dove Neurosis e Fall Of Efrafa sembrano collidere per dar vita ad un affresco di raro impatto emozionale, ma lo fanno con il piglio di chi certi suoni li ha metabolizzati e riesce a risputarli fuori in guisa di organismi autosufficienti e in grado di reggersi sulle loro gambe. Del resto, fedeli al panta rei, qui si osserva scorrere il fiume e se ne fotografano nuove trasformazioni, possibili mutamenti che, pur senza stravolgerne la natura, ne disegnano una rappresentazione quanto mai attuale. Stellar Filth si impone senza ombra di dubbio come un gradito passo in avanti per i suoi autori ma al contempo – e soprattutto – come  possibile unione tra emotività e attenzione ai particolari, approccio appassionato e professionalità nel non cedere alle lusinghe dell’underground come scusante per faciloneria e pigrizia. Assolutamente consigliato.