RETINA.IT, Descending Into Crevasse
In acque profonde.
Il gruppo campano a questo giro precipita in un crepaccio, e ne rimane soggiogato. Perso a contemplare le immense pareti del ghiacciaio nel quale è capitato, non si dà per vinto e comincia a misurarsi con l’ambiente circostante. Se già nei lavori precedenti erano adusi al confronto con gli elementi vivi della terra, in questo nuovo lavoro approdano nelle acque ancora più gelide dell’elettronica. Lo fanno alla loro maniera, con l’ausilio della romana Glacial Movements, che ospita queste nuove tracce nelle quali l’accento è posto sulle componenti legate all’immaginazione. Tutto Descending Into Crevasse (titolo notevole) è perciò una rilettura di gassose matrici ambient come da tempo non ci capitava di apprezzare. In “Synth On Axis” si fanno aiutare dal sodale Fabrizio Matrone (qui presente come Heidseck) nel tentativo estremo di porre rimedio all’evento appena accaduto (echi drexciyani e cigolii industrial la fanno da padroni). Si continua poi nel viaggio senza ritorno con “Attrazione Magnetica”, intestazione appropriata per un’immersione sorda nelle viscere del globo. Queste musiche avrebbero fatto una bella figura nell’ultimo film-documentario di Werner Herzog (“Cave Of Forgotten Dreams”), ne siamo sicuri.
Il finale poi è da brividi: la lunga title-track è un piccolo capolavoro di inquietudine post-atomica. Rumore bianco sciolto nella soda caustica, lontanissime voci aliene che urlano il dolore (il tipico sound-design di scuola lynchiana non è poi cosi lontano) e i pattern che sibilano metallici come non mai; senza dimenticare quella dimensione mistica che nei casi migliori condiziona positivamente le musiche di questo ambito.
Nicola Buono e Lino Monaco – con discrezione – se ne escono con un piccolo gioiello che farà felice chi gli rivolgerà la giusta attenzione.
Tracklist
01. Synth On Axis
02. Freezing The Fourth String
03. Moonshine
04. Attrazione Magnetica
05. – 32° F Porcelain, Metal & Ice
06. Descending Into Crevasse