Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

PORTAL, Vexovoid

Vexovoid

Nuovo disco per gli ultra-osannati Portal da Brisbane, Australia, la città della Big Pineapple, attrazione turistica del Queensland a forma di ananas alta ben 16 metri. Parlo di ananas perché istintivamente le trovo più attraenti dei Portal, gruppo adorato da tutti indistintamente, oggetto delle lodi più sperticate e considerati l’avanguardia del death metal. Come spesso accade, la squadra che vince sempre ci sta istintivamente antipatica e candido ammetto questa distorsione del mio sguardo sulla band. Al di là degli ananas, ritengo che i Portal non abbiano in realtà i numeri per assurgere a idoli della sperimentazione death metal. Troppi non saranno d’accordo con me, vox populi vox dei d’altra parte, ma qualcuno il bastian contrario deve pur farlo, non possono essere tutti d’accordo, fa paura! Capiamoci, i Portal non sono un gruppo di merda, anzi, hanno raggiunto già un grande obiettivo, cioè quello di essere riconoscibili per via del suono e dello stile. Certo, anche la mia auto è molto riconoscibile ultimamente, le pasticche dei freni finite che strusciano sui dischi fanno un gran casino e mi si sente arrivare da lontano. Ma quali sono questo suono e questo stile? Accordatura estremamente bassa, chitarra claustrofobica, batteria e voce riverberate al massimo con effetto tempesta dall’oltretomba, velocità anche vertiginose, cambi di tempo improvvisi, riff dissonanti e spesso prolungati anche senza la presenza della batteria. E poi l’elemento che li rende avanguardia nell’ambiente metal: orologi sulla testa dal vivo e presenza occasionale di drone. Di sicuro si tratta di un gruppo con un approccio originale (volutamente confuso? immagino di sì), anche se per molti versi mutuato dal Trey Azagthoth dei Morbid Angel più ispirati (quelli del sottovalutato Formulas Fatal For the Flesh), ma i pezzi sono anche discretamente sconclusionati, tendenzialmente noiosi, un po’ come assistere a lungo a una masturbazione e quando si ha altro per la testa. I Portal andrebbero assolutamente ridimensionati, andrebbe detto quello che veramente sono: un gruppo brillante, che cerca di essere diverso, ma ancora incapace di far fruttare al meglio le proprie idee in maniera organica. Prima o poi mi aspetto veramente un disco che possa far gridare al miracolo, ma le speranze non sono verdissime, i loro ultimi tre album si assomigliano veramente troppo l’uno con l’altro, non vedo i margini per una vera evoluzione e, se manca il coraggio, allora la sperimentazione va a farsi benedire. Voto: continuo ad avere idee divergenti sul concetto di “avanguardia”.

Tracklist

01. Kilter
02. The Back Wards
03. Curtain
04. Plasm
05. Awryeon
06. Orbmorphia
07. Oblotten