MUNICIPAL WASTE + MURDER SPREE, 28/6/2016

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Roma, Traffic. Le foto sono © Martina Santoro. Tutto l’album qui.

Se seguite questo sito con assiduità e siete di Roma, vi ricorderete del live report del concerto dei Nuclear Assault al Traffic Live Club: un concentrato di mosh, sudore, caldo tropicale e stage diving. In poche parole, una bomba di quelle che te le ricordi a distanza di anni. Il caso vuole che in questo 2016 sia passato – nello stesso periodo dell’anno – anche un gruppo che a Dan Lilker e soci deve molto: i Municipal Waste, finalmente di ritorno nella Capitale per un nuovo tour estivo.

Ad aprire le danze ci sono i soli Murder Spree (avrebbero dovuto esserci anche i tedeschi Hammercult, che per ragioni ignote hanno comunicato che non avrebbero preso parte alla serata). Il quartetto romano propone un thrash metal senza infamia e senza lode, di quelli che non dispiacciono ma che nemmeno convincono. C’è diversa gente a vederli, nonostante dentro faccia già abbastanza caldo.

L’attesa cresce sempre di più e alle undici, dopo un soundcheck interminabile, i Municipal Waste attaccano con l’intro di “Deathripper”, che però sfocia subito in una violentissima “Unleash The Bastard” che fa scatenare il delirio più totale. Pochi secondi e tutto il locale è sottosopra, tra gente che salta e si lancia in ogni dove. Tony Foresta si conferma un frontman di razza, capace di tenere botta per quasi un’ora nonostante i ritmi siano velocissimi e le linee vocali lunghe e complesse. E il resto del gruppo non è da meno: una vera e propria macchina da guerra, tanto preciso nell’esecuzione quanto incisivo e violentissimo. La cosa che colpisce è che i pezzi nuovi, decisamente più lenti e con una componente melodica più marcata, risultano efficaci come quelli vecchi. La scaletta è molto equilibrata, con molti brani da Hazardous Mutation (alcuni dei quali, come “The Thrashing Of The Christ” e “Bangover” non erano proposti da tempo) e The Art of Partying. C’è anche spazio per quel capolavoro che è Waste ‘Em All, con “Toxic Revolution” e “Substitute Creature”, quest’ultima dedicata al batterista che ha suonato su quel disco, Brandon Ferrell (molti lo ricorderanno anche per il suo trascorso con i Government Warning). Le ultime bombe finali vengono lanciate con la tripletta “Headbanger Face Rip”, “Sadistic Magician” e la sempre verde “Born To Party”. Nonostante il caldo esagerato e la stanchezza, il pubblico ne vuole ancora, e così loro ci salutano con “The Art Of Partying”, che soddisfa tutti al 100%.

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È difficile non esaltarsi al massimo davanti ad una perfezione del genere, perché nel loro caso di questo si parla. Chi legge queste parole e non li ha mai visti penserà che sia un giudizio esagerato, ma chi è uscito da una serata del genere non può che confermare questo pensiero. I Municipal Waste sono uno dei pochi casi in questi ultimi anni in cui il successo va di pari passo sia con la resa live, sia con la qualità dei dischi. Lanciati dalla Earache, che colse subito l’enorme potenziale di Waste ‘Em All, si sono affermati in tutto e per tutto, facendo tornare il thrashcore di moda in un periodo in cui nessuno pensava che un gruppo di thrashers con le bandane, beer bong e quant’altro potesse riscuotere tanta attenzione da parte del pubblico e della critica. Sarà perché Tony Foresta sul palco riesce a far diventare ogni cosa una bomba incredibile (come per gli Iron Reagan, che in studio non sono niente di che e dal vivo distruggono tutto), sarà perché avere un batterista come Dave Witte (il migliore per il loro genere) fa sempre la differenza. In ogni caso le loro rimangono tra le performance migliori di tutta la musica estrema: nessuno dovrebbe perdersele per alcuna ragione.