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MOLD ON YOUR SAUCE, Propaganda

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È con enorme ritardo che arriviamo a  parlare di questo Propaganda, uscito ad aprile dell’anno appena concluso, il che dimostra come spesso la mole di dischi che chiedono la nostra attenzione rischi di far passare sotto silenzio lavori comunque meritevoli di essere segnalati e non necessariamente inferiori a quanto trattato. L’esempio è calzante proprio perché i Mold On Your Sauce propongono una miscela strumentale nient’affatto banale o poco curata, dalle radici math e noise-rock. Al contrario riescono a tratteggiare un panorama sonoro in cui incastonano input differenti quali la psichedelia e lo stoner, ma anche il post-rock, certo postcore espanso e – perché no? – una malcelata deriva prog. Il tutto è posto al servizio di un songwriting avvolgente, che rapisce l’ascoltatore e lo trascina all’interno di spirali ricche di suggestioni, cui non fa difetto una componente sperimentale e una ricerca dei suoni più efficaci per accentare i singoli passaggi. Ancora una volta non si sta parlando di un gruppo che sovverte o reinventa chissà quali cardini della musica attuale, ma piuttosto di una realtà che utilizza il proprio background e la propria esperienza per rileggerli alla luce di un’evidente voglia di cercare una propria strada e un proprio percorso. Soprattutto questa realtà è in grado di farlo senza paura di mettersi in gioco o – al contrario – apparire forzatamente sopra le righe. Attendiamo di vedere come andranno le cose e che tipo di evoluzioni ci saranno. Le carte in mano sia a livello tecnico, sia di intuizioni sembrano quelle giuste per provare a vincere la partita.