MIKE COOPER, Fratello Mare

MIKE COOPER, Fratello Mare

Tirare fuori un documentario di Folco Quilici significa andare a rovistare in una Cineteca dove sono custodite pellicole ormai perse nel tempo. Non per il prolifico musicista inglese che, spinto dall’innata passione/ossessione per l’Oceano Pacifico, si ispira a quel lavoro di denuncia sociale del film-maker e studioso di origini ferraresi. I brani si sostanziano per mezzo di lap steel guitar e basi elettroniche piuttosto stranianti e complesse, lo si nota nella cangiante titletrack, o in “A House In Bali”, qui siete legittimati a pensare ad una rilettura hypnagogic pop analogica, o le percussioni insistenti di “Street Beneath The Beach”. Per non dire poi del cut up selvaggio di “Notes From My Pacific Log”, che si avviluppa a una melodia che spiazza. Il secondo lato prosegue su quella scia anche nella più estatica “A Cinnamon Peeler”, qui viene in mente una forma di exotica che si anima nascondendosi dietro un paravento, e “Secret Mexican Beach” è rumorismo appena sussurrato. Naturale poi che “New Gamelan” sia omaggio a quelle particolari orchestre indonesiane, che devono essere care a Cooper. Tutto questo per sottolineare ancor di più il suo legame con l’emisfero australe. Ciliegina sulla torta il fatto che Fratello Mare esca per l’australiana Room40 (Oren Ambarchi, Andrea Belfi, Pimmon) di Lawrence English, ma con essa c’erano già state un paio di pubblicazioni , ed è chiaro che il cerchio magico si può dire chiuso degnamente.

Tracklist

Lato A

01. On Passing Bamboo
02. A House In Bali
03. Summer Without Waves
04. Street Beneath The Beach
05. Of Palm & Reef
06. Fratello Mare

Lato B

01. Notes From My Pacific Log
02. Secret Mexican Beach
03. A Cinnamon Peeler
04. New Gamelan
05. Complicated Sky