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MAYHEM, Esoteric Warfare

Mayhem

Now I am become Death, the Destroyer of Worlds

L’ultimo album del gruppo che convenzionalmente chiamiamo Mayhem era uscito sette anni fa, ricevendo il famoso Spellemannprisen. Poi c’era stata una serie di tour, con apparizioni in posti impensabili come il Primavera (2012), complice la moda del black metal fuori dai normali circoli metal. Questo “progetto”, del resto, non ha mai pubblicato inediti alla velocità della luce, dato che è un po’ costretto a re-inventarsi ogni volta, perché due dei suoi componenti sono abbondantemente impegnati e perché non dev’essere semplice fare qualcosa che sia coerente con le leggende legate al nome che portano, leggende che narrano di ragazzi che si producono in puttanate fotoniche, incomprensibili, quasi buffe, per chi è esterno a questa musica, eppure con risvolti tragici, tangibili nella realtà, che vendono, vendono, vendono e che hanno comunque permesso l’uscita di ottimo materiale, perché le persone che hanno proseguito la cosa-Mayhem per molti versi sono eccezionali.

Da poco, Hellhammer, Necrobutcher e Attila Csihar hanno cambiato chitarrista, prendendo Teloch dai suoi Nidingr, autori di dischi potentissimi come Wolf Father (nel quale suonava Hellhammer stesso), uscito per la Jester di Garm degli Ulver, uno che un po’ paradossalmente ha sempre saputo riconoscere chi faceva black nel modo giusto. L’impronta di Teloch su Esoteric Warfare è visibile senza equivoci: un album che tiene conto del passato, fatto riemergere oggi come qualcosa di asettico, freddo, che si muove meccanico e dissonante, dando quasi sempre una sensazione di morte incombente e soprattutto ineluttabile. Le prime tre tracce, “Watcher”, “Psywar” e “Trinity” (ma vogliamo parlare di “Throne Of Time” senza cagarci sotto?), bastano e avanzano come esempio e sarebbero già quanto serve a questi signori per convincere tutti, anche grazie alla prova eclettica di Attila. Esoteric Warfare, insomma, sembra girare intorno a una vecchia fissa di molti nell’ambiente estremo norvegese, che è quella per i Thorns, band-totem guidata da Snorre Ruch – per il quale i Mayhem hanno comportato otto anni di carcere – che ha pubblicato alla fin fine un solo album vero e proprio, ma che incarna alla perfezione l’idea di sintesi tra due disumanità, quella “spirituale” e “satanica” e quella seriale delle macchine. Qui, per certi versi, si torna anche al 1987, quando il fondatore Euronymous andò a cercare Conrad Schnitzler in Germania e ottenne “Sylvester Anfang” per Deathcrush, una storia che piace tantissimo a tutta la stampa non-metal. Esoteric Warfare, infatti, non spacca davvero le convenzioni, è piuttosto il perfezionamento di una ricerca, lo sviluppo di una scuola.

Hanno vinto loro, in maniera abbastanza clamorosa.

Tracklist

01. Watchers
02. Psywar
03. Trinity
04. Pandaemon
05. MILAB
06. VI.Sec.
07. Throne Of Time
08. Corpse Of Care
09. Posthuman
10. Aion Suntelia
11. Into The Lifeless (box set bonus track)

Al momento della pubblicazione di questo pezzo, l’album è tutto in streaming su Terrorizer.