Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

KTL, V

KTL V

Questa collaborazione nasce nel 2006 per creare la colonna sonora di Kindertotenlieder di Gisèle Vienne, regista teatrale. I primi tre episodi risentono della necessità di unire black metal ed elettronica, perché questo era quello che voleva la committente. Al quarto episodio, liberi da condizionamenti (nessun copione a cui adeguarsi, solo il piacere di suonare assieme), Stephen O’Malley (chitarra) e “Pita” Rehberg (laptop) spaziano molto di più per gli inferni del suono, mentre con questo quinto tassello si staccano da tutto e fluttuano in una dimensione astratta e unicamente ambientale. Da un lato si legano alle avanguardie: hanno registrato agli EMS di Stoccolma, istituzione svedese dove negli anni Sessanta si studiava la musica elettronica, e presso gli studi Ina GRM, dove operarono pionieri come Schaeffer, Henry, Chion, Radigue… e Pita ha creato una sub-label ad hoc per le ristampe di roba uscita dai GRM. Dall’altro lato giocano la carta orchestrale (nella traccia migliore dell’album? Probabilmente sì) con l’aiuto della Filarmonica della Città di Praga e dell’islandese Jóhann Jóhannsson, che chi segue l’etichetta Touch conosce bene.

Il disco è molto “puro”, quasi sempre molto pulito: qualcuno lo ha trovato banale, ma questi due hanno una sensibilità superiore e con due/tre suoni estesi all’infinito riescono comunque a tirarti dentro le loro sabbie mobili. I luoghi dove si sono recati, tra l’altro, ci dicono che lo scopo era quello di riscoprire le radici della musica che quaranta/cinquant’anni dopo sono finiti a suonare insieme, mettendosi entrambi a computer e sintetizzatori (la chitarra di Stephen è presente, ma non sempre), quindi c’è poco da stupirsi che il quinto atto di KTL sia così essenziale, per certi versi.

L’ultima traccia tiene ancora viva la collaborazione con la Vienne, essendo il commento sonoro a una sua installazione composta da due bambole, un ragazzo e la sua marionetta da mano, che instaurano un dialogo in francese di cui non ho capito nulla e soprattutto, dopo aver visto le foto, non voglio capire nulla, perché ho paura.

Tracklist

01. Phill 1
02. Study A
03. Tony
04. Phill 2
05. Last Spring: A Prequel