KANE IKIN, Sublunar
L’ormai trentenne Kane Ikin è un musicista australiano (Melbourne), metà del duo Solo Andata, altro progetto apparso su 12k. Come molti altri sound artist suoi contemporanei, recupera equipaggiamento analogico sia per registrare (nastro) sia per suonare (ci dicono sintetizzatori, vecchie drum machine, vecchissimi 78 giri del padre). Non è suggestione, comunque: in effetti il disco è una specie di ambient trip hop molto caldo, scontornato e malinconico. Con un’operazione eclettica, in buona sostanza, Ikin si prende determinate ritmiche oscure e narcotizzanti (come la gran parte dei loop utilizzati qui) e se le porta sul terreno più rumoroso, imperfetto e lo fi degli elettronici della sua epoca. Sembra di seguire un percorso che conduce da Portishead e Third Eye Foundation al dubstep (tutto ulteriormente rallentato), per poi convergere in quello “hauntologico” e “dronegaze” di questi anni. Non ci sono tracce che spiccano sulle altre: il trovare qualcosa che smuova più del resto è legato alla soggettività dell’ascoltatore, dato che dall’inizio alla fine ci si sente immersi e al buio (i titoli hanno a che fare con lo spazio ma anche con l’acqua). Non vorrei aver preso un abbaglio, ma questo pare proprio un gran disco, non tanto perché è nuovo in maniera shockante, ma per l’unità d’effetto e la pura e semplice bravura di chi ha messo insieme tutti i pezzi del puzzle.
Tracklist
01. Europa
02. Slow Waves
03. In The Arc
04. Ebbing
05. Rhea
06. Titan
07. Sleep Spindle
08. An Infinite Moment
09. The Violent Silence
10. Black Sands
11. Lo
12. Prometheus’ Trail
13. Oberon
14. Compression Waves
15. In The Shadow Of The Vanishing Night
16. Hyperion