Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

IIVII, Colony

IIVII, Colony

Josh Graham è incredibile, quantomeno inesauribile. Lo abbiamo intervistato, quindi non sto a ripetere le decine di nomi di band che chiedono il suo intervento sul loro immaginario, così come non mi dilungo sugli A Storm Of Light. Non sono sicuro di essere in sintonia con alcuni dei suoi lavori come grafico, perché certe volte è davvero troppo iperrealista (ma in altri casi, come questo ad esempio, potrei studiarmi l’artwork per ore), mentre mi trovo abbastanza a mio agio con il sound (sia quello vecchio, sia quello nuovo più ministryano) della sua band, che ho visto anche dal vivo, e con ancora maggior sorpresa. Sono certo, invece, che sia un artista col quale si debbano fare i conti.

Questo mese presenta – anche dal vivo in Europa – il suo progetto solista “ambient fiction” (così lo definisce) IIVII, in buona sostanza uno score parecchio hollywoodiano per un film immaginario riguardante una colonia spaziale (dicono vicina a Saturno, ma nella tracklist si fa riferimento anche al terrificante buco nero Markarian 335). Josh si serve di sintetizzatori digitali e analogici, chitarre (piegate in chiave ambient), nastri e altro (direi software, Josh…) e dà vita a un disco cristallino, lucidato perfettamente come le immagini che lo corredano. Ne esce qualcosa di classicissimo, nel senso che sono chiari i riferimenti all’elettronica primigenia che Graham (nato nel 1974) ha di certo vissuto con la stessa meraviglia della sua generazione, ai quali s’aggiungono tocchi di piano, a tratti commoventi, che deve aver imparato o da Harold Budd o da Arvo Pärt, ma anche, talvolta, con la massa che sa generare uno che viene da generi ben più estremi, sempre però senza smettere di darci quella sensazione di avere tutto sotto controllo, compreso il respiro del protagonista della copertina.

Josh riesce a rimanere essenziale, ma non annoia mai, trovando sempre il modo di aggiungere qualche elemento diverso man mano che i pezzi vanno avanti. Forse a questo disco manca solo qualche imprevisto, ma chi se ne frega per ‘sta volta.

Al momento Colony è in streaming completo su Fact. Qui sotto c’è “On the Shores of Markarian 335”.