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GIANLUCA FAVARON, Inner Sky

Inner Sky

Gianluca Favaron lo conoscete perché fa parte degli Under The Snow e di Zbeen. La net label Galaverna è nuova, ma i suoi due fondatori no: Enrico Coniglio, musicista elettronico, è apparso su Silentes, Glacial Movements e sul progetto Spire della Touch, Leandro Pisano da tempo scrive di musica (ricordo un bellissimo pezzo su Fennesz) e arti visive su Blow Up.

Il punto di partenza di Inner Sky sono field recordings raccolti a Parigi a fine 2011. I suoni sono piuttosto elaborati, ma è abbastanza semplice intuire anche dai titoli e dalla cover che Gianluca dev’essere rimasto colpito dall’asetticità delle stazioni e degli aeroporti della capitale francese. Per questo, forse, Inner Sky si percepisce così astratto e in apparenza alienante, non bastano il tuono e la pioggia della terza traccia o la voce umana in uscita da qualche speaker della quarta a cancellare una certa sensazione di disagio. Il cielo interiore sembrerebbe semplicemente l’unico cielo possibile da guardare in ambienti che Favaron ri-crea ancora più freddi e meccanici di come magari sono.

Come scrivono Enrico e Leandro sul sito dell’etichetta, è sempre più difficile selezionare le uscite sulle quali concentrarsi. Oltretutto, in ambito net label e field recordings c’è un’evidente sovrapproduzione e costruirsi strumenti critici per valutare questa tipologia di dischi non è così semplice, ammesso che lo sia per altri generi. Nel caso specifico c’è un nome di fiducia, dato che il particolare mix di Under The Snow ha colpito molte persone. Al di là di questo, dell’album colpiscono la profondità dei drone, la chiarezza del concept e l’uniformità sonora e visiva raggiunta per rappresentarlo. Dargli un ascolto non è affatto una cattiva idea.