CARNERO, Assalto
Quello dei Carnero è ormai un nome noto, almeno per chi segue anche solo distrattamente la scena estrema nazionale: tante le date e i chilometri macinati dalla band che oggi dà finalmente un seguito all’omonimo debutto uscito nel 2015. Messa a registro la formazione e rodata una macchina da guerra che fonde in sé hardcore, crust e noise, senza scordare una spruzzata di cattiveria metal, i Carnero calano sull’ascoltatore una tempesta di rabbia e sofferenza palpabile nell’incedere nervoso e sempre teso dei brani, creando una coltre di oscurità che impedisce alla luce di attenuare la claustrofobia indotta da queste undici tracce.
A concorrere a un risultato finale che sa di orgoglio hardcore e radici saldamente ancorate nella gloriosa scena di casa, giungono la scelta di cantare in italiano e i testi dai forti rimandi socio-politici, un atto di accusa gridato con vocals al vetriolo, a tratti più caustiche, a tratti scandite come slogan svuotati di ogni retorica da comizio a favore dell’urgenza palpabile di chi parla della propria vita e non di qualche manuale teorico. I suoni scelti per mettere in scena questo vero e proprio assalto (mai titolo fu più azzeccato) sono distanti dalla classica idea di vecchia scuola hardcore, bensì centrifugano al loro interno umori e linguaggi differenti per dar vita ad una formula attuale e figlia di un approccio al di fuori di ogni steccato di scena o pregiudiziale di sorta. Quello dei Carnero è un mix che guarda al futuro eppure mantiene un legame saldo con il proprio background e con quell’attitudine senza compromessi e mai doma che seppe fare la differenza, così da imporre la via italiana all’hardcore punk come una delle più sinceramente antagoniste e consapevoli a livello mondiale. Non serve aggiungere altro: visti i tempi, tocca tornare a incazzarsi sul serio.