Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

BLACK OATH, Ov Qliphoth And Darkness

Black Oath

Poco o nulla si sa dei Black Oath, se non che sono tre italiani usciti dallo stesso squarcio spaziotemporale attraversato da Hands Of Orlac e Black Capricorn. Un po’ come nel caso dei Corrupted, sono musica e testi a dover parlare per loro: niente foto, niente nomi veri, niente di niente, conta solo il “giuramento”, termine assolutamente azzeccato nel loro caso, non solo perché dà di gomito ai Mercyful Fate.

Ov Qliphoth and Darkness, al di là dei riferimenti alla Cabala (di cui non fingo di saper qualcosa), è un onestissimo disco doom metal, uno di quelli dove tutto si trova al posto giusto, così giusto che vien voglia di strappare quella pagina del Devoto Oli dove sta scritto “innovazione”. La voce, pulita e convincente nei frangenti più epici, serve allo scopo, anche se non si prende mai davvero dei rischi, così come il sound, che non è mai cristallino, immacolato o iper-prodotto, né – all’opposto – fangoso e immerso nei feedback: paradossalmente, quest’imperfezione controllata lo fa piacere, gli fa parlare una specie di linguaggio universale comprensibile a tutti i metallari, tanto che anche i tocchi misuratissimi di tastiere e quei tre/quattro assoli ben piazzati non fanno altro che dargli spessore, facendo sorridere persino gli estremisti che nei loro dischi roba del genere non la sentivano da una decina d’anni. Chiunque qui ha fatto nomi importanti come Black Sabbath, Candlemass, Pentagram e Saint Vitus. Loro e la I Hate ci aggiungono la tradizione “occulta” italiana, io – che non sono un doomologo – ci sento soprattutto Iommi e i Vitus. La definizione giusta, ripeto, sembra proprio: onestissimo. Tanto chi doveva capire ha capito, buon ascolto a lui.

Tracklist

01. Esbat: Lamiae Sinagoge Pt 2
02. For His Coming
03. Sinful Waters
04. Scent Of A Burning Witch
05. Witch Night Curse
06. Drakon, Its Shadow Upon Us
07. Ov Qliphoth And Daekness
08. … My Death